Vaccino covid-19 Oxford – IRBM – AstraZeneca: prime dosi entro il 2020. Entro marzo miliardi di dosi
Un vaccino per il covid-19 potrebbe arrivare a breve: quello nato dalla collaborazione tra Astrazeneca, Università di Oxford e IRBM di Pomezia. Da alcune dichiarazioni dell’AD di IRBM e da altre del direttore dell’area Ricerca e sviluppo oncologico di AstraZeneca, sembrerebbe che le prime dosi potrebbero arrivare entro il 2020, mentre entro marzo 2021 potrebbero esserne disponibili addirittura miliardi di dosi.
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Il vaccino
Il vaccino è nato da una collaborazione tra il Jenner Institute (Università di Oxford) e IRBM di Pomezia. Con un successivo accordo, il colosso del farmaceutico AstraZeneca viene incaricato dello sviluppo e della produzione e distribuzione mondiale del vaccino. Lo stesso accordo vede tra le parti coinvolte anche diversi Paesi e organizzazioni, con lo scopo di “rendere il vaccino ampiamente accessibile in tutto il mondo, in modo equo”.
Come funziona il vaccino?
Il vaccino Oxford-IRBM-AstraZeneca sarebbe basato sulla tecnica del “vettore virale”: viene utilizzato un virus non aggressivo simile a quello che si desidera prevenire e vi si aggiungono delle informazioni genetiche in grado di innescare la risposta immunitaria dell’organismo. In particolare, questo vaccino utilizza un virus di scimpanzé “depotenziato” (ne viene impedita la replicazione) a cui viene aggiunto il materiale genetico della “proteina spike”. La proteina spike, caratteristica del virus che causa Covid-19, infatti è il meccanismo che gli permette di attaccare le cellule umane.
Prime dosi del vaccino entro il 2020
Secondo le dichiarazioni di Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di IRBM Pomezia, le prime dosi del vaccino potrebbero arrivare entro l’anno. Infatti, entro fine novembre la fase tre della sperimentazione clinica potrebbe essere conclusa. A quel punto mancherebbero soltanto le approvazioni delle agenzie regolatorie.
I tempi di approvazione del vaccino
Secondo Di Lorenzo, i tempi tecnici standard per la fase finale di approvazione di un vaccino si aggirerebbero intorno ai 6-8 mesi. Tuttavia, data la situazione, non è da escludere che la risposta possa arrivare nel giro di poche settimane. L’AD ci tiene a precisare che “Questo non vuol dire che il vaccino non sarà sicuro. I tempi che possono essere accorciati infatti sono quelli della burocrazia, della normale pratica dell’iter burocratico. Mentre tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa”. D’altronde, nessuna multinazionale, continua, sarebbe disposta a rischiare la propria credibilità e la propria reputazione scientifica pur di accorciare i tempi di una valutazione oltre il limite consentito. Ne consegue che, se le agenzie regolatorie dovessero impiegare non più di 3-4 settimane per una risposta, le prime 20-30 milioni di dosi saranno consegnate all’UE entro l’anno.
Tre miliardi di dosi di vaccino a marzo 2021
Un’altra dichiarazione che lascia bene sperare è quella rilasciata ad una radio catalana da Josep Baselga, direttore dell’area Ricerca e sviluppo oncologico di AstraZeneca. Secondo Josep Baselga, il vaccino contro il Covid-19 sarà in “fase avanzata di distribuzione entro la fine del primo trimestre del prossimo anno”.
Il vaccino è già in produzione
Baselga dichiara che la produzione di milioni di dosi del vaccino è attualmente in corso, ancora prima della fine dei test clinici e delle approvazioni delle agenzie regolatorie. In questo modo nei primi mesi del 2021 saranno già disponibili tre miliardi di dosi.
La distribuzione del vaccino e il prezzo
Baselga ha ribadito che “l’azienda si è impegnata a distribuire i vaccini in tutto il mondo e non solo a singoli stati o in Europa”. Inoltre, il vaccino sarà venduto ad un prezzo di costo: circa due euro (ad ogni paziente sarà richiesta la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni). Il medico e ricercatore catalano di AstraZeneca ci tiene a precisare, comunque, che “Il vaccino aiuterà, ma non è l’unica soluzione” e richiama alla cautela.