Covid 19: i premi ai manager che fanno discutere
La situazione attuale in Lombardia circa la chiusura di ambulatori Covid fa discutere. Si parla di un bonus del 25%.
Un articolo apparso su “La Repubblica” qualche giorno fa, analizza il bonus che lega manager e letti Covid in Lombardia.
Cosa troverai in questo articolo:
La questione Covid-Bonus
Fondamentalmente, si parla di un premio destinato ai manager che hanno tagliato appunto i posti letto destinati al reparto Covid-19. In particolar modo, la discussione riguarda la Lombardia, ove questa norma ha accelerato i tempi di chiusura dei reparti destinati per la pandemia. Il risultato è che una settimana fa le terapie intensive erano 983 contro un obiettivo minimo di 1.446. E ora che la regione è di nuovo in emergenza i pronto soccorso sono intasati e molte strutture senza disponibilità.
Ovviamente, le lamentele si sono ancora più accese dopo la recente decisione di applicare un coprifuoco data la situazione molto delicata proprio nella regione in questione. Situazione che comunque, anche in altre regioni non sta seguendo un trend diverso, e che genera malcontenti anche post DPCM. Un esempio è proprio il caso in Calabria, dove si è cercato di svincolarsi dalle regole.
Perchè questa chiusura?
Inizialmente, il nostro sistema sanitario era impreparato alla prima ondata di Covid-19, perchè? Fondamentalmente, la troppa efficienza in condizioni di lavoro ordinarie. Troppe spese in rapporto ai posti letto occupati e costi elevati in relazione ai servizi offerti. Quindi, in piena pandemia, ci si è ritrovati con pochi posti letto di terapia intensiva.
A valle di ciò, si è cercato di avere riserva di posti letto Covid in modo da essere pronti (soprattutto nella stagione autunnale) ad una seconda ondata. Eppure, nonostante questo pensiero, la regione Lombardia ha posto come obiettivo quello di recuperare ambulatori messi da parte per lasciar spazio all’emergenza. Quindi, riabilitarne alcuni di essi e chiudere immediatamente i reparti destinati alla pandemia. Quest’obiettivo, è stato valutato come il 25% della prestazione di ogni direttore generale che l’avesse perseguito. Ovviamente, dietro tutta quest’azione, ci sarebbe stato un grosso “bonus” di circa 1/4 delle prestazioni economiche generalmente assegnate. Un forte incentivo, che ha fatto gola a molti dirigenti della regione. Pertanto, molti ospedali si sono messi all’opera.
Un errore
Ovviamente, molte testate giornalistiche si sono scagliate contro questa scelta, definendo l’azione un “errore evitabile”.
“Non è più il momento di improvvisare: le decisioni vanno prese dopo aver ascoltato esperti seri. La Regione Lombardia non manca di consulenti, spesso scelti dai singoli assessori in base a criteri quasi casuali. La Regione dovrebbe adottare un processo più trasparente: nominare un gruppo ufficiale di esperti riconosciuti internazionalmente (quindi escludendo personaggi con esposizione mediatica ma privi di credenziali scientifiche nel campo specifico del Covid, e privi di contatti con le esperienze straniere)”. Hanno affermato Boeri e Perotti.