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Morata alla Juventus: come e perché funziona la formula del prestito

È arrivata nella giornata di ieri l’ufficialità del trasferimento alla Juventus dall’Atletico de Madrid di Álvaro Morata. Il giocatore, con già una storia alle spalle nella società bianconera, è tornato a vestire la casacca della Juve per la stagione 2020/21, con tanta felicità da parte dei tifosi e pochi rumors pre-affare che, invece, c’erano stati per Džeko e Suárez. L’accordo tra le parti è arrivato grazie al prestito del giocatore, una formula molto utilizzata nel calcio (soprattutto moderno), ma come funziona? E perché conviene a entrambe le società coinvolte, quando un affare va in porto? Proviamo a capirlo in questo articolo.

Morata in prestito alla Juve: l’accordo

Quello che vedete nell’immagine, è il comunicato stampa ufficiale pubblicato dalla Juventus, che sintetizza l’accordo tra le società Juventus Football Club S.p.A e Atletico de Madrid per il prestito di Álvaro Morata.

Come si legge, l’accordo tra le parti prevede un pagamento immediato di 10 milioni di euro da parte della Juve all’Atletico, per l’acquisto del diritto alle prestazioni sportive del calciatore (ovvero, per farlo giocare nella squadra bianconera) per la stagione sportiva 2020/2021. Inoltre, la Juventus ha diversione opzioni a fine stagione:

  • Acquistare a titolo definitivo il giocatore a termine della stagione 2020/21, per 45 milioni di euro pagabili in 3 anni.
  • Estendere il prestito anche per la stagione 2021/22, con ulteriori 10 milioni di euro;
  • Acquistare a titolo definitivo il giocatore a termine della stagione 2021/22, per 35 milioni di euro pagabili in 3 anni.

Come funziona il prestito e perché conviene

Come dicevamo all’inizio, quella del “prestito” è una formula molto utilizzata nel calcio moderno dalle società, per acquisire dei nuovi giocatori.

Innanzitutto è bene specificare che esistono vari tipi di “prestito”, ovvero:

  • Prestito secco;
  • Prestito a titolo oneroso;
  • Prestito gratuito.

Iniziamo con il primo: il prestito secco è una formula che permette il trasferimento temporaneo di un calciatore, dalla sua squadra attuale a un’altra, tramite il pagamento di una certa somma di denaro. Il prestito a titolo oneroso, invece, è una formula in cui la squadra che acquisisce il calciatore si impegna a pagare esclusivamente lo stipendio dell’atleta, per il periodo in cui veste la maglia della squadra stessa. Infine, vi è il prestito gratuito, in cui la squadra che acquisisce il giocatore lo fa in modo totalmente gratuito.

Che succede quando il periodo di prestito termina? Questa formula non è mai sola, ma è quasi sempre accompagnata da una serie di opzioni pensate per il futuro, ovvero per le scelte da compiere alla fine del trasferimento temporaneo del giocatore, e sono:

  • Diritto di riscatto;
  • Obbligo di riscatto;
  • Contro-Riscatto.

Sia per quanto riguarda il diritto di riscatto, sia per quanto riguarda l’obbligo di riscatto, le squadre in trattativa si accordano su una cifra che, se pagata, darà possibilità alla squadra che acquisisce il giocatore in prestito di acquistarlo in via definitiva; nel primo caso è solo un diritto, quindi la squadra può farlo ma non è obbligata, nel secondo invece deve per forza pagare la cifra stabilita e acquistare definitivamente il calciatore. Infine, vi è il contro-riscatto, ovvero un’opzione che permette alla squadra che cede in prestito il giocatore, di farlo tornare tra le proprie fila, pagando una cifra stabilita in trattativa; una sorta di “diritto di riscatto per la squadra che cede il giocatore”.

Nel caso specifico di Morata alla Juventus, si tratta di un prestito secco con diritto di riscatto. Vi è poi l’opzione per l’estensione del prestito secco per un’ulteriore stagione e del pagamento rateale in caso di acquisto a titolo definitivo.

Una volta spiegato il “come funziona”, vediamo il “perché funziona”. Ovvero, come nel caso di Morata, perché è convenuto all’Atletico de Madrid cederlo alla Juventus?

Qui sopra troviamo, sulla destra l’ultimo bilancio della Juventus e sulla sinistra quello dell’Atletico de Madrid. Concentriamoci su quello della Juventus, in particolare sulla voce dei costi operativi denominata Personale tesserato. Questa corrisponde a più 173 milioni di euro nel solo primo semestre 2019/20, mentre supera i 301 milioni nell’intero esercizio 2018/19. Per quanto riguarda l’Atletico, la cifra supera i 113 milioni di euro ed è denominata Personal deportivo. Non sappiamo se nelle due voci sia incluso lo stesso tipo di personale, ma di certo sono presenti i calciatori e le cifre sono molto alte in entrambi i casi.

È bene notare che le due voci di costo sono le più alte tra tutti i costi presenti nel bilancio, quindi una riduzione degli stipendi farebbe più che bene a entrambe le squadre (così come a tutte le altre società di calcio).

Di conseguenza, è proprio questo uno dei motivi principali che spinge una squadra a cedere un giocatore in prestito: il guadagno non sta tanto nella cifra pagata inizialmente (che potrebbe anche essere 0 in caso di prestito oneroso), quanto sulla riduzione (in caso di contributo percentuale) o sgravio totale dello stipendio di un calciatore che, magari, al momento serve poco alla squadra lo cede. D’altra parte, la squadra che lo acquisisce e che quindi ha bisogno di un nuovo calciatore per la stagione, dovrà pagare una parte o l’intero stipendio e poco più per assicurarsi un calciatore di valore, senza spendere cifre esorbitanti per l’acquisto definitivo dello stesso.

Ci sono poi anche altri motivi che spingono una squadra a prestare un calciatore, come quello di far crescere una giovane promessa in una squadra in cui giocherebbe di più oppure sfoltire la rosa. Ma questa è un’altra storia.

Il caso Suárez e i rischi per la Juventus

Il prediletto, prima dell’arrivo di Morata, era Luis Suárez. Tuttavia, ora la Juventus si ritrova (con tanto di avvocati) nel bel mezzo di una grossa inchiesta giudiziaria che riguarda l’esame sostenuto dal calciatore con lo scopo di ottenere la cittadinanza italiana.

L’idea della Juventus era di acquistare il calciatore come “comunitario”, per questo a Suárez serviva la cittadinanza italiana e, quindi, l’attestato di livello B1 per la lingua. Sono comparse però una serie di intercettazioni che svelano come il calciatore dovesse passare l’esame, “senza se e senza ma”.

In tutto questo, compare anche la giustizia sportiva: si dovrà esaminare il comportamento dell’avvocatessa Turco e della Juventus che l’aveva incaricata di gestire la trattativa, per scoprire se la società fosse a conoscenza degli accordi stipulati – sia pur verbalmente – con l’ateneo.

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Published by
Angelo Falcone