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Apple contro la Pera: il logo è intoccabile

Introduzione

Da sempre marchio distintivo della casa di Cupertino, la mela morsicata viene ora difesa a spada tratta da Apple (nel mentre la stessa azienda è sempre, lo ricordiamo, sotto accusa per concorrenza sleale). La società di Cook sta infatti muovendo una nuova battaglia con lo scopo di avvalorare ancor di più l’unicità del proprio logo -che la rende riconoscibile ed identificabile in tutto il globo- schierandosi contro presunti tentativi di plagio. Il nuovo obiettivo è una piccola app di ricette gastronomiche, rea di aver ideato ed utilizzato uno stemma che ricorderebbe la mela più celebre del reame, sebbene si tratti di una pera. Proprio come Zuckerberg è solito copiare features dei rivali, anche il big player californiano non è nuovo a queste iniziative: da più di dieci anni, infatti, si oppone fortemente ai tentativi di brevettare loghi simili al suo in tutto il pianeta.

Apple contro la Pera

Il colosso, padre degli Iphone e dei Mac, ha mosso i sui legali e le proprie rimostranze contro una realtà piccolissima, la quale è costituita da solamente cinque persone. L’app in questione è denominata Prepear, fa voce all’azienda Super Healthy Kids, ed utilizza come stemma una pera verde stilizzata (“pear” appunto). L’atto mosso da Apple contro Prepear recita quanto segue:

“Il logo in esame (di Prepear n.d.r.) provocherebbe l’indebolimento del carattere distintivo della nostra mela. Il marchio del richiedente consiste in un design minimalista di un frutto con una foglia ad angolo retto, che richiama prontamente il famoso logo Apple e crea un’impressione commerciale simile, … inoltre indurrebbe il consumatore a credere che il richiedente sia correlato, affiliato o sostenuto da Apple“.

La piccola app, che in questo caso ben interpreta il ruolo di Davide contro Golia, di tutta risposta ha lanciando una petizione su Change.org firmata ad ora da quasi 71mila persone: #savethepearfromapple.  In un post su Instagram, Prepear parla di

“un duro colpo. Combatterlo ci costerà decine di migliaia di dollari. La cosa folle è che Apple ha fatto questo a dozzine di altre piccole aziende con un logo di frutta, e molte hanno scelto di abbandonare il loro logo o chiudere le porte”.

Apple esperta di azioni simili

Come già detto nel paragrafo introduttivo, nel corso degli anni sono stati frequenti gli interventi da parte della casa di Cupertino per tutelare la propria identità: quella, cioè, della mela morsicata, in primis iridata, nata nel 1977 dalla penna del designer Rob Janoff. Un caso esemplare è quello del 2008, in cui a finire nell’occhio del ciclone è finita nientepopodimeno che la città di New York a causa della mela verde del suo logo di GreenNYC, un’iniziativa avente lo scopo di rendere The big Apple più sostenibile. Nello stesso anno, poi, Apple si è scagliata contro un college canadese, mentre dopo 365 giorni ne ha fatto le spese la catena di supermercati australiana Woolworths. La mela della discordia, nel 2011, ha inoltre riguardato sia una società alimentare cinese che a una piccola caffetteria tedesca, la Apfelkind con sede presso Bonn, su cui Apple ha tuttavia successivamente fatto marcia indietro. Nel 2018, poi, l’ufficio dei brevetti giapponese ha contrastato l’opposizione di Apple allo stemma di una società medica avente sede nel paese del Sol Levante.  Cambiando continente, nella vecchia Europa, Apple si è scagliata sia contro il logo del Partito del Progresso (destra norvegese) che contro la pera dell’azienda UK Pear Technology.

Apple sulla difensiva

Vi è stata tuttavia anche una volta in cui il gigante americano si è trovato dall’altra parte (quella dell’accusato): la Apple Corps dei Beatles han più volte fatto causa per l’uso sia del logo che del nome. La disputa, durata quasi quarant’anni, si è risolta solo nel 2007 quando, secondo rumors, la Apple dell’allora CEO Steve Jobs ha sborsato ben 500 milioni di dollari al fine di acquisire i diritti di Apple Corps.

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Published by
Alberto Girardello