Sono arrivati poche ore fa gli avvisi di garanzia al Presidente del Consiglio in carica, Giuseppe Conte, e a sei ministri del suo Governo: Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Il motivo dell’indagine fanno riferimento alla gestione della pandemia da COVID-19, ma subito si è detto che si tratta di “un atto dovuto”.
Approfondiamo la questione insieme, nei paragrafi seguenti dell’articolo. Prima di proseguire, ci teniamo a sottolineare che Close-up Engineering non prende posizione sulla questione, né l’autore dell’articolo, ma si limita a riportare la notizia.
L’indagine da parte della Procura della Repubblica di Roma nasce da una serie di denunce, arrivate da varie parti d’Italia, con l’intento di mettere in evidenza la presunta “malagestione” della pandemia da parte del Governo italiano. Delle denunce non si conoscono (per ora) i dettagli, ma si sa che gli articoli del Codice Penale chiamati in causa sono:
Le denunce sono state fatte durante il periodo di lockdown del Paese, sono state inviate al Tribunale dei Ministri nelle scorse settimane e nella giornata di oggi (13 agosto) sono arrivati gli avvisi di garanzia agli interessati.
Le denunce e, di conseguenza, le accuse arrivano per due macro-motivi differenti. Il primo riguarda il “non aver fatto abbastanza” per la lotta al COVID-19; il secondo si riferisce al fatto che il “lockdown” non fosse la misura adeguata per la situazione vissuta, considerata (da chi accusa) troppo esagerata.
Subito dopo l’arrivo degli avvisi di garanzia, Palazzo Chigi ha emanato una nota in cui si legge:
La trasmissione da parte della Procura al Collegio, in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto. Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura “ritiene le notizie di reato infondate e dunque da archiviare”.
Conte e i ministri si dichiarano sin d’ora disponibili a fornire ai magistrati ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione.
Inoltre, pochi minuti fa è arrivata la risposta del Presidente Giuseppe Conte, pubblicata sulla sua pagina Facebook ufficiale tramite un post che riportiamo qui di seguito.