Confturismo: 25 milioni di turisti stranieri in meno nell’estate 2020
I timori per la contrazione del settore turistico causata dalle misure anti-covid paventati nei mesi precedenti si stanno concretizzando: drastico calo di turisti stranieri in Italia. La larga parte degli italiani che andrà in vacanza resterà entro i confini nazionali e le vacanze di quest’anno, secondo l’Osservatorio Confturismo-Confcommercio/Swg, saranno per lo più vacanze in coppia o con la famiglia, dedite al riposo e in contatto con la natura. Un lieve segnale positivo arriva dalla crescita dell’indice di fiducia dei viaggiatori, che comunque è ancora lontano dai livelli del 2019.
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Turisti stranieri in drastico calo
A preoccupare è il drastico calo di turisti stranieri: dalle stime dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg emerge che quest’anno i turisti stranieri in Italia tra giugno e settembre saranno 25 milioni in meno rispetto allo scorso anno e saranno in prevalenza europei – già l’anno scorso il 79% dei turisti in Italia proveniva dall’Europa. In termini percentuali si tratterebbe di un -75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le perdite in termini di spesa, però, saranno ancora maggiori proprio a causa della provenienza dei pochi turisti stranieri presenti quest’anno: infatti, i turisti “ricchi”, riferisce Confcommercio, sarebbero proprio i turisti intercontinentali provenienti dall’Asia e dagli USA. Nel 2019, i flussi esteri avevano prodotto una spesa complessiva di circa 45 miliardi di euro con ricadute tanto sulle strutture ricettive quanto su altre attività quali trasporti, intermediazione e commercio in generale.
Vacanze in coppia e riposo
Secondo i sondaggi dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio/Swg, il 59% del campione ha trascorso o trascorrerà le vacanze con il proprio partner, il 39% con i familiari, il 14% con amici e il 7% andrà in vacanza da solo. Inoltre, quasi la metà degli intervistati ha dichiarato che il riposo sarà tra gli obiettivi primari della propria vacanza. Tra le altre risposte più gettonate: “stare con le persone che ama” (32%), “immergersi nella natura/stare all’aperto” (32%), “vedere posti nuovi” (27%). Nel sondaggio hanno avuto poco riscontro, invece, attività come visite a mostre e musei (dal 33% dello scorso anno al 15% di quest’anno), shopping e attività sportive.
L’indice di fiducia dei viaggiatori
Un lieve segnale positivo arriverebbe dall’indice di fiducia del viaggatore italiano che registra un +3 rispetto a giugno, raggiungendo quota 65, comunque molto sotto il 72 di giugno 2019. L’indice, stimato da Confturismo sarebbe il risultato di un algoritmo che combina le risposte date ad una serie di domande sulle abitudini e sulle previsioni di viaggio: dunque, un indice che misurerebbe la propensione degli italiani ad andare in vacanza. Inoltre, il 10% del campione avrebbe già trascorso una breve vacanza nelle scorse settimane e il 36% dichiara che avrebbe intenzione di concedersi una vacanza nell’estate 2020. Quasi il 20% del campione, però, afferma di non aver ancora prenotato una vacanza per problemi economici (circa il 13%) o per indisponibilità di ferie (circa il 6%). Infine, la spesa media per le vacanze sarà di 680 euro a persona per una media di 1.022 euro a famiglia.
Il commento del presidente di Confturismo
Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè, commenta: “In epoca normale, il quadrimestre giugno-settembre valeva il 60% delle presenze turistiche e della spesa di tutto l’anno in Italia, senza contare l’outgoing, che faceva spendere agli italiani 11,5 miliardi. Di tutto questo, l’estate 2020 salverà forse il 25%.” Lo stesso presidente di Confturismo ammonisce: “Questo mentre l’andamento degli indici epidemiologici e i focolai individuati a macchia di leopardo sul territorio nazionali fanno notizia molto più dell’egregio lavoro che operatori del settore e comunità locali compiono ogni giorno per garantire ai turisti una fruizione serena delle loro vacanze.” Patanè rincara: “Basta con questo approccio autolesionistico, e al via da subito una serie di misure importanti e con forti stanziamenti dedicati al settore. Si prenda atto, una volta per tutte, che il turismo è già da tempo colonna portante dell’economia italiana, non una vaga chance per il futuro. È concretamente a rischio un milione di posti di lavoro”.