Che Instagram generasse un grosso circolo economico è ormai conosciuto a tutti, ma molto probabilmente non si conoscono tutte le cifre che vengono sborsate ai vari influencer.
La classifica stilata da Hopper HQ, ci fa capire quanto sia redditizio collaborare con aziende e pubblicare foto con i loro capi. Il podio è occupato da Dwayne Johnson (188 milioni di followers), che arriva a incassare circa 1 milione di dollari per singolo post. Kylie Jenner con 986 mila dollari e Cristiano Ronaldo con 889 mila dollari. Cifre esorbitanti che lasciano stupiti, soprattutto se paragonate con quelle di Chiara Ferragni (molti si aspettavano guadagnasse ancora di più) che racimola circa 60 mila dollari occupando il 65° posto, prima fra tutti gli Italiani. Altri nomi conosciuti invece, non rientrano nella top 100, ma di certo non fanno la fame: sono Mariano Di Vaio con 18 mila dollari e Giulia De Lellis con 14 mila dollari.
Com’è cambiato il Business generato da Instagram da quando ha deciso di nascondere i like?
A quasi un anno dalla decisione, sono stati molti i pareri a favore ma altrettanti quelli contro. Il motivo principale come si sa è: togliere la competizione dai social network, ma siamo sicuri che dietro non ci sia la volontà di trarre profitto? Come sappiamo, il lavoro dell’influencer marketing è redditizio per entrambe le parti; brand da pubblicizzare e “modello”. Allora la risposta alle domande poste è semplice: si, il no-like di Instagram ha di certo influito sul Business di cui stiamo parlando. Le aziende infatti, contattano gli influencer in base al numero di interazioni e followers che ha il profilo. Pertanto, il conteggio dei like oscurato è di gran lunga un ostacolo. Come spiegato da alcuni però, al di là del cachet finale, si stabilisce prima una cifra forfettaria poiché ormai il compenso non dipende più da “quanto funziona il post”. E’ un po come andare sulla fiducia, si paga l’immagine in questo caso, che verrà maggiormente pagata in base al numero di followers.
Ormai ci siamo potuti abituare all’idea di non vedere più i like su Instagram, e possiamo fare un resoconto dopo tutto questo tempo.
Eticamente, la scelta è più che giusta. C’è troppa olimpiade dei like come alcuni dicono, ed effettivamente tra i “Big” dei social è così. Si viene giudicati in base al numero di like o followers e questo può creare solo flame. Quando ai tempi le Iene intervistarono Laura Bononcini, responsabile dei rapporti istituzionali di Facebook per il sud Europa, la stessa affermava: “Il problema esiste, vediamo se riusciamo ad affrontarlo e forse anche a risolverlo. È molto importante per noi alla fine che le persone si sentano bene sia su Instagram che su Facebook. Perché altrimenti se ne andranno e tutto quello di cui stiamo parlando non avrà più senso. La piattaforma è una realtà, cioè è un mondo reale sul digitale.”
Quindi finora, come hanno fatto le aziende a contattare le persone non vedendo il numero di like? Non a caso, Facebook ad esempio ha lanciato una piattaforma per connettere influencer e aziende, mette a disposizione una banca di dati a cui si può accedere e trovare collaboratori. A parte tutto comunque, un colosso come Instagram. quotato in borsa, quando opta per un cambio radicale di contenuti lo fa con coscienza e visione nel lungo termine. Pertanto, (come si è visto dopo un anno) non eseguirà mai mosse controproducenti.