La notizia che sta rimbalzando sul web e sta facendo scalpore in tutto il mondo riguarda Zara. L’azienda che opera nel settore dell’abbigliamento e degli accessori, ha annunciato un totale cambio di strategia aziendale a causa di un primo trimestre fiscale (Q1 2020) andato non proprio benissimo. Questa però, potrebbe anche trasformarsi in una opportunità che potrebbe portare in alto il marchio spagnolo, in quanto si punterà tanto sull’e-commerce e, di conseguenza, su quella tipologia di commercio che è sempre più attuale e che sarà la principale nel prossimo futuro.
A farne le spese saranno i negozi fisici, dei quali ne verranno chiusi 1.200. In particolare, saranno chiusi i negozi più piccoli e soprattutto quelli presenti in Asia e in Europa. L’offline non scomparirà del tutto, anzi verranno aperti 450 nuovi punti vendita che però avranno un ruolo diverso da quello attuale. Alla fine della riorganizzazione, i negozi Zara esistenti passeranno da 7.412 a un numero compreso tra 6.700 e 6.900.
Come dicevamo, la “goccia che ha fatto traboccare il vaso” in casa Zara è il forte calo di vendite nel primo trimestre fiscale del 2020. A far capo a Zara è Inditex, multinazionale spagnola che è riconosciuta per essere una dei principali produttori di abbigliamento al mondo, proprietaria anche di Bershka, Pull & Bear e Massimo Dutti.
Inditex ha registrato un calo di vendite del 44%, pari a una perdita netta di 409 milioni di euro. Questo ha causato un crollo del fatturato, che è passato dai 5,9 miliardi di euro del Q1 2019 ai 3,3 miliardi di euro del Q1 2020. Inoltre, se ci si concentra solo sul mese di maggio appena trascorso, si nota come il fatturato totale sia diminuito del 51% rispetto a maggio 2019.
È pressoché ovvio che la quasi totalità di questa crisi sia dovuta al lockdown mondiale per il coronavirus che abbiamo vissuto e che alcuni Stati stanno ancora vivendo, che ha costretto Inditex a chiudere il 90% dei suoi negozi presenti in tutto il mondo.
Fin qui, profondo rosso. Ma come risolvere? A offrire una soluzione a Inditex è l’e-commerce. Il business online, infatti, non si è affatto fermato e, anzi, è aumentato di molto! Per dare qualche cifra, è aumentato del 50% rispetto al Q1 2019 e ha fatto registrare un +95% nel mese di aprile 2020, rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Si tratta di un totale cambio di rotta per Inditex, quindi per Zara, in quanto l’azienda spagnola ha da sempre puntato molto (quasi tutto) sui negozi, aprendoli nelle strade più frequentate e famose e poi nei centri commerciali e che ora si ritrova a dover fare all-in sul negozio online.
Inditex però non si è fatta trovare impreparata di fronte a questi numeri, soprattutto grazie al fatto che questa strategia era già in programma anche in tempi non sospetti (prima dell’epidemia COVID-19). Il gruppo spagnolo ha chiuso più negozi di quanti ne ha aperti, anche nel 2019.
Per potenziare la propria piattaforma online, Inditex ha già investito 2,5 miliardi di euro e sta già pensando di spendere la stessa cifra per potenziare anche la propria piattaforma e-commerce. L’azienda ha anche previsto che le vendite online rappresenteranno il 25% del proprio fatturato, da qui al 2022. Una forte crescita, se si pensa che nel 2019 questo dato era pari al 14%.
Come dicevamo all’inizio, sono previsti anche dei nuovi punti vendita fisici. In particolare, un investimento di 1,7 miliardi di euro permetterà a Inditex di aprirne 450. Questi, avranno il compito di smaltire le scorte presenti in magazzino e fare da punti di ritiro per chi acquista online e vuole ritirare in negozio. Con questa strategia, si punta anche a ridurre l’afflusso di persone nei negozi, non semplice da gestire a causa delle misure di sicurezza con cui conviviamo.
A commentare il tutto ci ha pensato Pablo Isla, CEO Inditex e miglior CEO al mondo nel 2018, che ha dichiarato:
Nonostante la crisi, abbiamo totale fiducia nel nostro modello di business e continueremo a sviluppare la nostra strategia a lungo termine per estendere i nostri negozi completamente integrati alla nostra piattaforma online. una maggior qualità del negozio significa anche una maggior performance nell’e-commerce.
La crisi economia per il coronavirus non ha di certo colpito soltanto Inditex, ma anche i concorrenti diretti e altre multinazionali, anche operanti in settori differenti.
Per questo, a chiudere i negozi non è solo Zara ma anche il noto marchio H&M che, solo considerando l’Italia, chiuderà 8 punti vendita. Anche Starbucks ha annunciato di voler puntare più sull’asporto, il drive-thru e walk-up, in modo da evitare problemi per questioni di sicurezza personale. Inoltre, anche Starbucks chiuderà circa 400 negozi in 18 mesi, tra USA e Canada.
Negli USA, effetto cambiamento anche per i grandi centri commerciali: metà dei 1.000 esistenti, chiuderanno o saranno totalmente rivoluzionati entro due anni.