Cultura e Gestione d'Impresa

Covid-19: Hertz dichiara bancarotta

Se da una parte l’emergenza sanitaria sembra rallentare, dall’altra inizia ad incombere sempre più inesorabile la crisi economica. Precedentemente abbiamo già parlato di imprese che sono fallite a causa del Covid-19, e a queste si va ad aggiungere un’azienda storica di noleggio auto: la Hertz.

Dopo più di un secolo di attività, il colosso dell’autonoleggio ha dichiarato bancarotta in Usa e Canada. Era sopravvissuta a diversi shock petroliferi ma, soprattutto, alla Granda Depressione e all’arresto di produzione auto negli Usa durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma questa volta non ce l’ha fatta. A pesare particolarmente è stato il crollo del traffico aereo: due terzi degli introiti di Hertz arrivano proprio dagli affitti di veicoli presso gli aeroporti.

Hertz: la storia dell’azienda

Nel 1918, Walter L. Jacobs acquistò una dozzina di Ford Model T e fondò la sua azienda di autonoleggio. Ma, nel 1923, Jacobs vendette a John D. Hertz la sua compagnia, facendola diventare una sussidiaria della Yellow Truck and Coach Manufacturing Company. Le cambiò il nome in “Hertz Drive-Ur-Self System“.

Hertz, a sua volta volta, vendette il suo pacchetto azionario di maggioranza alla General Motors nel 1925 che acquistò anche la parte azionaria rimanente nel 1943.

Nel 1953, Hertz tramite la propria azienda di trasporto pubblico The Omnibus Corporation, iniziò il rientro dell’autonoleggio fondato dalla GM, cambiandole il nome in The Hertz Corporation e quotandola alla New York Stock Exchange l’anno successivo. 

La Hertz Corporation, circa 14 anni dopo, diventa una sussidiaria della RCA ma gestita separatamente. 

Il 30 dicembre del 1987, la Hertz Corporation viene venduta alla Park Ridge Corporation, di proprietà della Ford Motor Company e di alcuni manager della Heltz stessa.

L’8 settembre 2005, la Hertz subisce l’ennesimo cambio di proprietà passando alla private equity Clayton, Dubilier & Rice, The Carlyle Group e Merrill Lynch Global Private Equity per una somma di 15 miliardi di $.

Nel 2011, la Hertz è stata la prima azienda di autonoleggio con operatori live in videochat.

Bancarotta Hertz: quali sono le cause

La Bancarotta Hertz non è stato proprio un fulmine e a ciel sereno.

Come riportato tra le pagine de “Il Sole 24 ore” il gruppo Hertz ha evitato già il fallimento nei primi giorni di Maggio grazie ad un accordo strappato all’ultimo minuto con i propri creditori. Il lockdown che ha impossibilitato i viaggi aerei, ha bloccato i ricavi dell’azienda. Non solo Hertz, ma l’intero settore dell’autonoleggio perderà l’80% del fatturato tra aprile e maggio.

A fine aprile, il colosso del rental-car non è riuscito a pagare le rate dei leasing in scadenza per i suoi veicoli. Dopo aver avuto una prima proroga al 4 maggio, la società era riuscita ad ottenere un’ulteriore rinvio del pagamento al 22 maggio. Una data che tutti i manager Hertz ricorderanno nella propria vita. La data in cui un pezzo di storia dell’economia statunitense ha presentato istanza di fallimento per tutte le operazioni riguardanti il Canada e gli Stati Uniti.

Dall’inizio della pandemia, l’azienda ha provato ad arginare l’impatto dell’emergenza mandando in congedo a tempo illimitato circa 10mila dipendenti. Inoltre, quelli rimasti in servizio hanno accettato la riduzione degli stipendi. Prima fra tutte la CEO Kathryn Marinello che ha rinunciato al proprio salario pur di salvare l’azienda che rappresenta.

Queste indiscrezioni hanno mostrato ancora una volta quanto Wall Street non guardi in faccia nessuno, portando le quotazioni dei titoli Hertz ad un sonoro -36%. Da gennaio, le azioni Hertz hanno registrato un calo di circa l’82%.

Il ricorso al “Capitolo 11”

Per quanto riguarda la bancarotta della Hertz, bisogna fare specificare una cosa. L’azienda ha fatto ricorso al cosiddetto “Chapter 11” che non è il vero e proprio fallimento che sfocia nella liquidazione totale dei beni dell’impresa (il cosiddetto Chapter 7 paragonabile alla procedura fallimentare italiana). 

Con questa pratica l’imprenditore rimane in possesso di tutti i suoi bene ma che è sottoposto al controllo e alla giurisdizione della corte. 

La società ha rilasciato una nota in cui spiega che si tratta di una “riorganizzazione finanziaria fornirà a Hertz un percorso verso una struttura finanziaria più solida che posizionerà meglio la società per il futuro”.

Per gli amanti del viaggio, non resta che augurare un grosso in bocca al lupo al colosso dell’autonoleggio! 

width="100" height="100" type="outbrain" layout="responsive" data-block-on-consent data-widgetIds="AMP_1" >
Published by
Gabriele Proto