Uno dei punti più discussi del nuovo Decreto legge denominato “Rilancio” è sicuramente la sanatoria dei migranti. La politica italiana si è divisa in due fazioni. Da una parte il Ministro Bellanova si è battuta per molto tempo affinché la regolarizzazione di migliaia di immigrati irregolari diventasse realtà. Dall’altra, l’ala sovranista si è da subito scagliata contro questa proposta.
In questo articolo, non sono qui a dire chi abbia torto o ragione, non è un ruolo che mi compete. Però possiamo provare a mettere in luce i vantaggi e gli svantaggi di questa sanatoria partendo da tre domande fondamentali: è la prima volta che avviene una regolarizzazione di questa portata? Quali sono i vantaggi dal punto di vista socio-economico? E gli svantaggi?
Secondo un interessante articolo su “lavoce.info”, negli ultimi 30 anni si sono susseguite diverse regolarizzazioni di massa in ambito di politiche migratorie in Italia:
La nuova sanatoria vede una platea di circa 670 mila possibili beneficiari. L’immigrazione in Italia è cambiata in questi anni. Se fino agli anni Novanta e gli anni Duemila gli sbarchi riguardavano per lo più i Paesi dell’Est (Romania, Bulgaria, Polonia) ad oggi la situazione è mutata molto.
La maggior parte dei migranti arriva dall’Asia meridionale (Sri Lanka, Bangladesh, India), Est Europa non UE (Ucraina, Moldavia, Albania) e Africa sub-sahariana (Nigeria, Sudan, Eritrea). Questi ultimi sono proprio i soggetti interessati da questa sanatoria.
I primi benefici di questa regolarizzazione sarebbero economici. Si stimano per difetto una platea di 300 mila migranti e che si collocheranno in fasce di reddito basse. Questo porterà ad un gettito fiscale e contributivo che si aggira attorno al 1,2 miliardi di euro l’anno. A questi si vanno ad aggiungere i costi forfettari sostenuti per la pratica burocratica. Costi stimati attorno a mille euro pro-capite: si tratterebbero, quindi, di altri 150-300 milioni di euro una tantum.
Il secondo beneficio riguarda la sfera sociale. Una persona senza permesso di soggiorno è più esposta alla criminalità . Questo dovuto anche alla lentezza del ritmo dei rimpatri che alimenta illegalità e devianza. Una volta regolarizzati, i migranti possono pensare alla costruzione di una integrazione alla luce del sole.
Una delle tesi più avallate contro la politica di regolarizzazione è il cosiddetto “effetto richiamo”. Non bisogna dimenticare che la sanatoria rappresenta la legittimazione di un atto illecito. Questo potrebbe alimentare una relazione tra criminalità ed immigrazione clandestina.
Quindi, queste politiche di regolarizzazione possono aumentare l’aspettativa di future regolarizzazioni davanti all’opinione pubblica. La diretta conseguenza potrebbe essere l’incremento dell’immigrazione irregolare. Per quanto tale possibilità non sia escludibile, ad oggi non sono ancora state trovate sufficienti evidenze scientifiche a supporto di tale tesi.
Non possono fare richiesta i datori di lavoro che negli ultimi cinque anni sia incappati in procedimenti che abbiano avute condanne anche non definitive:
Inoltre non sono ammessi migranti condannati per gli stessi reati, droga, per delitti contro la libertà personale o che siano stati anche solo segnalati per terrorismo considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato.
Che la “sanatoria” sia una soluzione giusta o sbagliata ce lo dirà il tempo, sperando comunque in un’eventuale riforma sull’immigrazione.