L’epidemia del COVID-19 che si sta abbattendo sull’intero pianeta, oltre ad avere conseguenze importanti sulla nostra intera esistenza, è destinata ad avere significativi impatti anche sull’economia mondiale. L’Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha infatti stimato che il coronavirus potrebbe dimezzare la crescita economica globale, mettendo interi settori a rischio di chiusura. In uno scenario cosi imprevedibile, incerto e turbolento, l’attuazione di una buona pianificazione strategica è necessaria per prepararsi a scenari alternativi, per fronteggiarli o saperli sfruttare. Uno dei tanti strumenti di pianificazione strategica che viene ampiamente utilizzato da molte aziende, è sicuramente l’Analisi PEST.
PEST è l’acronimo anglosassone di Political, Economic, Social, Technological. E’ uno strumento semplice e molto utilizzato, grazie al quale è possibile effettuare un esame dei cambiamenti intervenuti o che interverranno nel proprio ambiente-contesto, facendo uno screening di alcuni macro-fattori esterni all’azienda. Sebbene questi macro-fattori siano difficilmente manovrabili direttamente da un’organizzazione e possano non avere un impatto diretto sulla redditività aziendale, la loro comprensione unita ad un’attenta analisi consentirà all’impresa di trarre vantaggio sulla concorrenza, cercando di massimizzare le opportunità e minimizzare le minacce.
L’Analisi PEST quindi mira ad identificare le opportunità e le minacce dell’ambiente in cui si è presente. Una buona pratica, utile a condurre in maniera ottimale un’analisi di questo tipo, è quella di coinvolgere il proprio team attraverso sessioni di brainstorming; durante questi meeting ci si focalizza sulle conseguenze che potrebbero manifestarsi, sia di natura positiva che negativa, derivanti dalle modifiche in corso nel contesto in cui si opera.
Questo strumento trova larga applicazione in quanto:
Nella sua configurazione tradizionale, gli elementi da considerare in un’Analisi PEST sono 4, benchè alcuni studiosi nel corso degli anni hanno fatto ricorso all’utilizzo di altri fattori, come nel caso dell’Analisi PESTEL che aggiunge altri due macro-fattori alla tradizionale PEST, ovvero Environment e Legal, rispettivamente Fattore Ambientale e Fattore Legale. Di seguito ci soffermeremo sui macro-fattori tradizionalmente utilizzati.
Fattori politici – L’arena politica ha un’importante impatto sulla regolamentazione delle aziende private e pubbliche, sull’assetto nazionale in termini di salute, educazione e infrastrutture, sulla capacità di spesa dei consumatori e delle aziende, sulla domanda di beni e servizi che il governo vuole fornire o di cui si vuole approvvigionare e di quelli che il potere politico non desidera. Tutto ciò ha un marcato influsso su come le aziende operano, sui loro risultati e sulle opzioni che hanno a disposizione.
Fattori economici – Comprendono di solito variabili macroeconomiche e geo-economiche, nazionali e globali; talvolta coprono anche elementi specifici del settore in cui l’azienda opera. Grandezze come la crescita economica, l’inflazione, la disoccupazione, il reddito disponibile, i tassi d’interesse e i cambi valutari possono avere un impatto potente sull’andamento e le scelte dell’azienda.
Fattori sociali – Si riferiscono alle componenti demografiche e socio-culturali dell’ambiente a cui l’azienda appartiene. Temi come il tasso di crescita della popolazione, la distribuzione anagrafica, le condizioni sanitarie, l’enfasi sulla sicurezza o l’attenzione all’ecologia hanno influenza, magari non immediata, sulla domanda dei prodotti di un’impresa, sulle dimensioni di un mercato potenziale o su come l’azienda può operare.
Fattori tecnologici – Ragionare sulle variabili di matrice tecnologica esterne all’impresa o al settore significa pensare all’informatica o alle telecomunicazioni, all’automazione, alle attività di ricerca e sviluppo di frontiera, agli incentivi all’innovazione e al tasso di cambiamento della tecnologia
Dopo aver svolto l’analisi, è bene concentrarsi sulle componenti che possono aiutare la società al raggiungimento degli obiettivi prefissati, andando a restringere la lista preliminare ed attribuendo a ciascun elemento una probabilità di accadimento e un grado di impatto sull’azienda e sul suo ecosistema, al fine di scartare gli eventi meno probabili e rilevanti.
Uno dei limiti più evidenti di un’analisi di questo tipo, dove si cerca di prevedere ciò che non è prevedibile in maniera deterministica, è sicuramente il fattore tempo. I risultati di queste analisi tendono ad essere sempre più incerti man mano che ci si allontana nella previsione in termini di tempo. Tutto questo potrebbe portare ad allungare il tempo di reazione, che in questo tipo di emergenze rappresenta un fattore cruciale. Tuttavia, l’emergenza Covid-19 se ben affrontata, potrà portare ad un utilizzo più efficace di strumenti di pianificazione strategica come appunto l’Analisi PEST, sia essa un’azienda o una pubblica amministrazione, ponendo maggior sensibilità e attenzione al tema del Risk Management.
Autore: Lupoli Nicolò Andrea, studente Magistrale in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Bari.
Fonti: Pianificazione&Controllo “La PEST del XXI secolo, un’analisi a tutto campo” di Guidalberto Gagliardi – http://www.equityfactory.it/file/pubblicazioni/32-ammi_2013_05_34.pdf
Inside Marketing – ANALISI PEST – https://www.insidemarketing.it/glossario/definizione/analisi-pest/