Coronavirus: la bufala della Cina che rivende aiuti all’Italia
Sono stati in molti a festeggiare alla notizia che “la Cina” avrebbe inviato “aiuti” all’Italia. Altri, apprendendo la notizia, hanno ipotizzato secondi fini da parte della Cina in termini di rafforzamento di rapporti con gli Stati europei e influenza su di essi. Su una testata estera – di dubbia affidabilità – è spuntata l’insinuazione, il 4 aprile, che la Cina stesse rivendendo all’Italia lo stesso materiale sanitario inviato dall’Italia alla Cina durante la fase più acuta dell’emergenza cinese. La notizia ha avuto eco in Italia a causa in un tweet di Roberto Burioni, eminente virologo divenuto noto sul web nella sua doppia veste di divulgatore-blastatore. A onor del vero, il tweet di Burioni, del 5 aprile, condivideva la notizia rimarcando l’importanza di verificare la stessa che, se veritiera, sarebbe stata alquanto grave. Il tweet è stato cancellato e la notizia si è rivelata falsa. Ma siamo sicuri?
Cosa troverai in questo articolo:
L’articolo incriminato
L’articolo è riportato da The Spectator USA. La fonte della notizia, si legge nell’articolo, sarebbe un (non meglio specificato) alto funzionario dell’amministrazione Trump. Secondo l’articolo, la Cina, che aveva “detto al mondo” di voler donare all’Italia dei DPI (dispositivi di protezione individuale) utili a frenare i contagi da COVID-19, avrebbe in realtà venduto tali dispositivi all’Italia. Ma ci sarebbe di peggio: secondo l’articolo, la Cina avrebbe costretto l’Italia a ricomprare gli stessi DPI (mascherine e tute) che l’Italia aveva donato alla Cina. L’articolo continua lanciando alla Cina accuse più o meno velate e più o meno plausibili. Ma questa è un’altra storia.
A fare chiarezza sulla parte dell’articolo che riguarda l’Italia ci hanno pensato butac.it e Paolo Attivissimo, che della lotta alle fake news ne hanno fatto una missione. Se il blog di Paolo Attivissimo si concentra sulla impossibilità di rintracciare la fonte primaria della notizia e sulla dubbia reputazione giornalistica dell’autrice dell’articolo, butac.it cerca di fare chiarezza sulle mezze verità e sulle verità travisate che sembrano confermare la notizia
Donazioni dalla Cina e materiale acquistato
La notizia, così come riportata, è falsa. Tuttavia, la verità, come sempre, sta nel mezzo:
- l’Italia sta comprando materiale dalla Cina. Meglio: le imprese italiane e il ministero della salute stanno importando mascherine, tute, tamponi per i test, ventilatori polmonari e altro materiale necessario a fronteggiare l’epidemia di COVID-19 comprandoli da aziende estere. Il motivo è che la produzione italiana non basta a soddisfare il fabbisogno interno. La Cina è uno dei paesi coi maggiori volumi di produzione dei prodotti citati. Ergo, “l’Italia sta comprando materiale sanitario e apparecchiature mediche dalla Cina”.
- L’Italia ha ricevuto aiuti dalla Cina, per lo più mascherine e tute protettive. Meglio: alcune aziende cinesi hanno donato materiale sanitario al governo italiano e ad imprese italiane che sono loro partner commerciali, mentre alcune aziende italiane hanno donato a ospedali e protezione civile materiali sanitari comprati all’estero (quindi, per quanto detto sopra, anche e soprattutto in Cina).
Uno dei carichi più consistenti di prodotti sanitari e apparecchiature mediche, quello arrivato il 12 marzo scorso, invece, è stato inviato dalla Croce Rossa cinese alla Croce Rossa italiana. Il 10 marzo, infatti, il presidente della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca, ne aveva fatto richiesta alla controparte cinese. Solamente 2 giorni dopo arrivavano all’aeroporto di Fiumicino una task force di medici specializzati e “9 bancali con ventilatori, materiali respiratori, elettrocardiografi, decine di migliaia di mascherine e altri dispositivi sanitari inviati dalla Croce Rossa cinese a quella italiana” (ansa.it)
Qualche osservazione
Da un lato la Cina (la Croce Rossa cinese e alcune aziende cinesi col beneplacito del governo di Pechino) ha donato materiale sanitario all’Italia. Dall’altro l’Italia si rifornisce dei materiali di cui ha bisogno da aziende cinesi, esattamente come fa con le imprese italiane: pagando.
Molte imprese italiane hanno donato soldi, materiali sanitari e apparecchiature mediche (anche comprandoli all’estero) a protezione civile e ospedali. Come giustamente osservato nell’articolo di butac.it, le imprese italiane che già producevano materiali sanitari e apparecchiature mediche non stanno più esportando all’estero, ma producono per l’Italia e vengono (giustamente!) pagate. Magari vedono a un prezzo molto minore di quello di listino, riducendo il proprio margine di guadagno, ma hanno comunque la necessità di coprire i costi, almeno in parte.
Purtroppo, anche in questo periodo di emergenza sanitaria e crisi economica, le fake news proliferano e le notizie vere vengono strumentalizzate. Come abbiamo visto, è vero che la Cina ha donato materiale sanitario all’Italia ed è vero che l’Italia compra materiale sanitario dalla Cina. È plausibile che la Cina si stia adoperando per rafforzare i rapporti con gli altri Stati e l’influenza su di essi, ma è altrettanto vero che gli altri Stati, compresa l’Italia, hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile. La lezione da ricordare è che spesso la realtà è molto più sfaccettata di quello che pensiamo e la verità quasi sempre sta nel mezzo.