Coronavirus: Facebook blocca articoli per errore

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Nella giornata di martedì Facebook ha bloccato la condivisione di vari post, tra questi ve ne erano molti che riportavano articoli e notizie sul coronavirus da parte di fonti affidabili. Stando a varie fonti, infatti, tra i contenuti “flaggati” vi erano articoli dell’Indipendent, del NY Post, di Business Insider e di USA Today. Qual è stata la causa?

Fake news e coronavirus

Con la crescente preoccupazione causata del coronavirus nei giorni scorsi e la confusione generata, miriadi di notizie in merito hanno proliferato sul web. Ci sono state quelle che ipotizzavano complotti e fantasiose origini del virus, sono circolate informazioni verosimili ma confuse e imprecise (su cui le nostre redazioni hanno cercato di fare chiarezza come in questo articolo e in quest’altro), sono spuntate ovunque fake news che proponevano rimedi e metodi di prevenzione completamente privi di fondamento scientifico – che rischiano di mettere in pericolo la salute di coloro che vi si imbattono – ci sono state speculazioni sui prezzi di mascherine e gel disinfettanti e si sono scoperti persino malware e vere e proprie truffe.

Per provare ad arginare tutto questo c’è stato uno sforzo simultaneo da parte di tutte le grandi compagnie di social media (Facebook, Reddit, Google, LinkedIn, Microsoft, Twitter and YouTube), come riportato da Techcrunch.com.

Facebook si è impegnata a fare la sua parte: oltre a potenziare la moderazione delle fake news, dall’inizio di marzo ha anche bannato – sia negli ads che nel marketplace – gli annunci di vendita di mascherine (e altro materiale sanitario atto a fronteggiare il rischio di contagio da coronavirus) onde evitare quei prezzi esorbitanti che hanno suscitato tanta indignazione.

Se ne può dedurre che il sistema anti-spam di Facebook sia stato potenziato in modo significativo in tempi molto recenti.

Moderatori a casa, spazio all’intelligenza artificiale

Anche Facebook si è trovata a fare i conti con le precauzioni richieste per far fronte all’emergenza coronavirus: negli scorsi giorni, infatti, alcuni dipendenti dell’azienda, tra cui molti moderatori di contenuti, sono stati invitati a rimanere a casa e non recarsi a lavoro presso le sedi della compagnia.

Secondo un tweet molto schietto di Alex Stamos, ex capo della sicurezza (CSO) di Facebook, ai moderatori lasciati a casa non è stata data l’autorizzazione per lavorare da remoto per via di impegni presi dall’azienda in merito alla tutela della privacy.

Sottintendendo che il lavoro di moderazione sia stato demandato in larga parte all’intelligenza artificiale, Stanos afferma che quest’episodio potrebbe essere una dimostrazione del machine learning di Facebook che impazzisce nel momento in cui viene ridotta la supervisione umana.

Le dichiarazioni

Un dirigente di Facebook, Guy Rosen, in un tweet di risposta a Stamos ha dichiarato che si è trattato di un bug nel sistema anti-spam e non ha avuto nulla a che fare con i cambiamenti subiti dall’organico di moderazione dei contenuti avvenuto nei giorni scorsi.

Stando sempre alle dichiarazioni di Rosen, il bug è stato corretto nella stessa serata di martedì e tutti i post “flaggati” o cancellati per sbaglio sono stati ripristinati. Secondo un articolo di Forbes, invece, dopo la dichiarazione di Rosen alcuni post risultavano ancora cancellati.

https://www.businessinsider.com/facebook-blocking-coronavirus-articles-bug-2020-3?IR=T
https://www.forbes.com/sites/johnkoetsier/2020/03/17/facebook-deleting-coronavirus-posts-leading-to-charges-of-censorship/#5505d8235962
https://www.lastampa.it/tecnologia/news/2020/03/11/news/google-segue-facebook-e-blocca-le-pubblicita-delle-mascherine-contro-il-coronavirus-1.38579990
https://www.lastampa.it/tecnologia/news/2020/03/05/news/zuckerberg-sul-coronavirus-facebook-fornira-informazioni-info-accurate-1.38550788