È stato firmato durante la notte e reso noto in queste ore il nuovo decreto del Governo Conte per combattere il coronavirus (COVID-19) nel nostro Paese, dopo quello emesso il 5 marzo di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Il decreto è molto lungo e, in linea generale, possiamo dirvi che contiene indicazioni sulla nuova zona rossa, molto più ampia di quella considerata tale fino alla giornata di ieri, e sulle precauzioni da adottare per evitare di trasmettere e contrarre il coronavirus. Cerchiamo però di addentrarci più nel dettaglio e lo facciamo riassumendo i punti contenuti nel decreto.
Definito come “Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara , Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia”, il primo articolo è indicativo delle misure da adottare per evitare il diffondersi del COVID-19 nelle zona sopraindicate.
Viene espresso l’invito a evitare gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori sopraindicati, salvo per esigenze lavorative e\o di salute, evitare l’uscita dalle abitazioni e limitare i contatti sociali. Viene comunicata la sospensione delle attività didattiche, di ogni attività culturale, ludica, sportiva, religiosa e fieristica, anche se in locali aperti al pubblico.
I bar e le attività di ristorazione possono restare aperti dalle 06.00 alle 18.00, mentre tutte le attività commerciali diverse da quelle precedentemente citate possono restare aperte, a patto che si rispettino le misure precauzionali.
I datori di lavoro vengono invitati a concedere ferie e congedi ai propri dipendenti, sono sospesi i concorsi pubblici e gli esami presso la motorizzazione civile.
Denominato “Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19”, l’articolo 2 estende molte delle misure presenti nell’articolo 1 a tutto il territorio nazionale.
In particolare, sono sospesi congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali che riguardano il personale sanitario e il personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici o di pubblica utilità.
Sono sospese: manifestazioni, eventi sportivi, spettacoli di qualsiasi natura, attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, discoteche e locali assimilati. Sospesa l’apertura di musei e altri istituti e luoghi di cultura, sospesi anche gli eventi sportivi. Sospese le attività didattiche, i viaggi di istruzione e tutte le attività di scambio culturale.
I bar e le attività di ristorazione possono restare aperti, ma il gestore viene incaricato di far rispettare le norme precauzionali. Stessa cosa vale per le attività commerciali non citate nell’elenco di quelle sospese e per i luoghi di culto.
L’articolo 3, dal titolo “Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale”, dà indicazioni sulle misure precauzionali da adottare.
Viene raccomandato di restare a casa il più possibile, uscendo solo per lo stretto necessario. In particolare, l’avviso è rivolto agli anziani e alle persone affette da patologie croniche e immunodepresse. Viene espresso l’invito a rispettare la distanza interpersonale (almeno 1 metro) e le norme igieniche comunicate infinite volte negli ultimi giorni.
Con la fuga di notizie nella serata di ieri riguardo la pubblicazione del nuovo decreto contro il coronavirus, con tanto di bozza dello stesso che comunicava l’estensione della zona rossa, gran parte dei fuorisede hanno deciso di tornare al Sud.
La cosa è stata notata da tutta Italia quando la Stazione Centrale di Milano è stata, letteralmente, presa d’assalto da una flotta di gente con la voglia di “tornare a casa”.
Ci sentiamo di unirci al pensiero degli studiosi, del Governo e di chiunque altro abbia detto di restare a casa! Il comportamento adottato dalle persone che nella giornata di ieri (e anche nei giorni precedenti) che hanno deciso di spostarsi dalla zona rossa per tornare al Sud è assolutamente sbagliato e da condannare.
Così facendo, si rischia di portare con sé il coronavirus e infettare i “compagni di viaggio” e tutte le persone con cui si avrà un contatto una volta arrivati a destinazione. Questo vuol dire aumentare la diffusione del COVID-19, mettere in pericolo le persone più deboli e vicine a noi (familiari e amici anziani, patologici e\o immunodepressi) e rallentare la fine dell’emergenza sanitaria nazionale.
Per cercare di ovviare al problema, per quanto possibile, molte regioni e comuni del Sud stanno prendendo provvedimenti seri. Oltre a comunicare l’arrivo alle autorità, chiunque viaggi da Nord a Sud potrebbe essere messo in quarantena obbligatoria. Ne sono un esempio la Puglia e la Calabria, che stanno mettendo in atto la quarantena forzata per chi proviene dalla zona rossa.
Noi di Close-up Engineering vi raccomandiamo, ancora una volta, di seguire le indicazioni presenti nel decreto governativo. In sintesi, restare a casa salvo cause di prima necessità (spesa, salute e lavoro), rispettare la distanza interpersonale e le norme igieniche.