Record storico di Tesla: ora Musk vuole la Cina
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Dopo due anni ricchi di insidie…
Primavera 2017: suscita grande clamore il superamento di Tesla nei confronti di GM come casa automobilistica a stelle e strisce più grande di Wall Street. Negli ultimi 2 anni e mezzo, molteplici volte l’azienda di Musk è finita sulla graticola: degni di menzione sono il caos tweet datato agosto 2018 e le difficoltà a raggiungere gli obiettivi di produzione dello stesso anno. La negatività la fece da padrone fino al primo semestre del 2019: periodo caratterizzato da riduzione della forza lavoro e deboli consegne nel primo trimestre dello stesso anno.
… la consacrazione di Musk
Oggi, inizio 2020, sembra sia tutto cambiato -non solo il decennio- ed Elon Musk approda al pantheon dell’automobile: la sua Tesla è infatti la casa automobilistica che vale di più in tutta la storia americana, un’offesa bella e buona alla tradizionale Detroit, motor city per eccellenza. Il colosso delle auto elettriche vale oltre 80 miliardi di dollari (grazie al +1,9% di ieri in Wall Street), quasi quanto General Motors (51,2 miliardi) e Ford (36,3 miliardi) insieme. La volata di Tesla, spiegano gli analisti del settore, è imputabile al recente rally di NY e soprattutto ad una serie di successi, sintetizzati nella frase “miglioramento dei fondamentali della società”. I dubbi sugli orizzonti di Tesla sembrano essersi dissolti anche a seguito delle vendite dell’anno appena trascorso (+50% rispetto al 2018) e degli scenari di forte crescita (soprattutto in Cina). Tesla ha infatti registrato un utile netto a sorpresa nel 3T 2019 ed ha dichiarato di aver consegnato 367.500 veicoli nell’anno terminato una settimana fa, raggiungendo l’obiettivo annuale dell’azienda. Proprio ieri, inoltre, sono partite le consegne ai clienti delle prime Model 3 fabbricate nel paese di Mao (a proposito, la casa californiana continua a fare progressi consistenti nello sviluppo della sua Gigafactory di Shanghai) ed è stato anche annunciato l’avvio dei lavori per l’implementazione del programma produttivo relativo alla Model Y (SUV).
Il mercato cinese come obiettivo
Musk non nasconde l’entusiasmo, la fabbrica asiatica è in linea per raggiungere a breve termine una produzione di oltre 3 mila esemplari la settimana. In Cina, aggiunge poi il magnate, troverà luogo anche un centro di design avente scopo di creare una vettura destinata alle strade che percorrono l’intero globo. Tutto ciò rispecchia perfettamente i tempi odierni, con il paese della grande muraglia protagonista del mercato automotive dal punto di vista elettrico.
Da studi di settore, emerge come la svolta di Tesla in terra asiatica sia stata l’apertura cinese di un suo impianto. Fino al periodo antecedenti al via libera, l’atteggiamento dei costruttori competitor di Tesla era sulla difensiva, ben consapevoli, dal canto loro, che il colosso californiano avrebbe dovuto effettuare un enorme investimento ed attenderne i risultati. Ma la puntata di Musk ha avuto successo, ed ora Tesla sembra posizionata per essere un concorrente disruptive nel mercato cinese, approfittando anche delle difficoltà di General Motors. Proprio GM ha terminato il 2019 con il maggiore decremento di sempre nelle vendite in Cina: -15% che segue il -10% del 2018. E se Atene piange, Sparta non ride. Anche Ford ha archiviato il suo terzo trimestre con un -30% di vendite nel paese. Insomma, sembra sia tutto pronto per l’ascesa asiatica di Musk.