Raggiunto l’accordo Commerciale tra USA –CINA: al via la FASE-UNO.
È di poche ore fa la notizia dell’intesa tra USA e CINA – nota come “FASE-UNO” – e che segna una tregua nella guerra commerciale tra le due superpotenze. Senza questo accordo Pechino, domenica 15 Dicembre, avrebbe lanciato una controffensiva di controdazi del 5% e 10% sui prodotti made in USA.
Questo accordo si basa su uno sconto sui dazi da parte di Washington che va dal 15% al 25%. Inoltre Pechino si impegna a partire dal 2020 di acquistare beni agricoli statunitensi dal valore di 50 miliardi di dollari, il doppio di quanti ne aveva acquistati nel 2017.
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Una strada ancora lunga verso la pace
La strada verso la “pace” è ancora lunga, dato che – così come precisato dall’Ufficio del Rappresentante al commercio USA – resterano in vigore i dazi del 25% su 250 miliardi di dollari “Made in China” e quelli al 7,5% su 120 miliardi di import cinesi.
Nonostante ciò, si può parlare di “accordo storico” che dovrebbe portare la Cina alla definizione di una serie di riforme strutturali e cambi nel suo regime verso aspetti fondamentali dal punto di vista commerciale, ovvero, la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, l’agricoltura, i servizi finanziari e i tassi di cambio.
La storia del conflitto
Come abbiamo già detto, l’accordo è l’ultimo atto di una guerra iniziata nel 2018. Vediamo di ripercorrere le tappe principali di questo conflitto.
Il tutto ha inizio l’8 Marzo 2018 con l’annuncio da parte di Trump di nuove tariffe del 25% sulle importanzioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio da diversi Paesi. Obiettivo principale: ridurre il deficit commerciale degli Usa con la Cina, il più grande produttore mondiale di acciaio e alluminio.
Dopo pochi giorni i dazi vengono sospesi per molti Paesi, eccetto la Cina che il 22 Marzo risponde con una lista di 128 prodotti statunitensi sui verranno applicati dazi tra il 15% e il 25% se i negoziati con con Washington fossero falliti.
Il 19 Maggio le due superpotenze raggiungono una bozza di accordo, dove Pechino accetta di ridurre “significativamente” il suo surplus commerciale, alleggerire i dazi doganali e di acquistare beni americani extra.
Dopo pochi mesi la tensione torna a salire. Il 6 Luglio 2018 gli Stati Uniti impongono dazi del 25% su prodotti di importazione cinese per un ammontare di 34 miliardi di dollari tra cui auto, dischi e componenti di aerei. La Cina risponde con tariffe uguali su prodotti agricoli, automobili e prodotti navali statunitensi.
L’ offensiva americana non si ferma e il 23 Agosto, Washington lancia nuovi dazi per un valore di 16 miliardi di dollari. Pechino risponde all’attaco con tariffe del 25% su 16 miliardi di dollari di merci americane, prima su tutte le moto dello storico marchio Harley – Davidson.
Un mese dopo, il 24 Settembre, gli Stati Uniti impongono tariffe del 10% su 200 miliardi di dollari su prodotti di importazione cinese. La Cina risponde con dazi di 60 miliardi di dollari sui prodotti a stelle e striscie.
A dicembre si ha lo spiraglio di una prima tregua grazie alla sospensione, da parte americana, dell’aumento delle tariffe su 200 miliardi di dollari di merci cinesi. Allo stesso tempo i cinesi accettano di acquistare una quantità “molto consistente” di prodotti statunitensi e sospende per tre mesi le tariffe aggiuntive su automobili e ricambi auto.
Il 2019: attacco ad Huawei
La pace dura pochi mesi e il 10 Maggio 2019 riprendono le ostilità. Partono dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Dopo pochi giorni la Casa Bianca vieta alle aziende americane l’utilizzo di apparecchiature di telecomunicazione straniere ritenute a rischio per la sicurezza nazionale. La mossa colpisce il gigante cinese Huawei. Il Dipartimento del Commercio degli Usa annuncia anche il divieto per le aziende americane che vendono o trasferiscono tecnologia statunitense a Huawei. L’offensiva si ferma 10 giorni dopo, il 20 Maggio.
Il 1° Agosto 2019, dopo una serie di negoziati, Trump annuncia tariffe del 10% su 300 miliardi di dollari di importazioni cincesi a partire dal 1° settembre. Con questi ultimi dazi tutti i 660 miliardi di dollari di scambi annuali tra i due Paesi saranno soggetti a dazi. Dopo pochissimi giorni, il 5 Agosto, Pechino attua una mossa inaspettata, permettendo allo yuan di scendere sotto le 7 unità rispetto al dollaro. La prima volta in 11 anni e il primo segno di una vera e propria guerra valutaria. Il 13 Agosto gli Stati Uniti rinviano al 15 dicembre l’introduzione dell’aumento dei dazi che aveva annunciato.
Il resto è storia recente, fino alla prossima mossa da parte di uno dei due contendenti.
Numeri alla mano
Secondo gli strateghi della Casa Bianca, la guerra commerciale sta avendo il successo sperato e i numeri sembrano confermare tale affermazione.
Tra il 2018 e il 2019, le importazioni dalla Cina sono diminuite; solo nel mese di luglio, il dato più recente, la riduzione del disavanzo commerciale fra i due Paesi è stata dell’11%. Inoltre l’economia cinese ha subito un rallentamento, registrando un tasso di crescita più basso dagli inizi degli anni Novanta (+6,2% nel secondo trimestre).
La Cina sembra dunque essere quella a subire le maggiori conseguenze economiche di questo particolare conflitto. Ma come in tutte le guerre, tutte le parti coinvolte subiscono danni. Gli USA a causa delle loro mosse stanno pagando il tutto con un calo di reputazione sullo scacchiere internazionale e sul lungo periodo presenterà un conto decisamente salato.
Riferimenti
https://www.ilsole24ore.com/art/la-cina-conferma-tregua-commerciale-gli-usa-via-fase-uno-AChqwI5
https://www.wallstreetitalia.com/dazi-guerra-commerciale-storia/
https://www.ilpost.it/2019/12/13/stati-uniti-cina-accordo-dazi/