Ponte Morandi: a un anno dal crollo, come stanno le aziende genovesi?

A general view shows the two pylons of Genoa's Morandi motorway bridge that are to be destroyed with explosives, seen in red on the structure below, on June 27, 2019 in Genoa. - Some of the remains of Genoa's Morandi motorway bridge are set to be destroyed on June 28 almost eleven months after its partial collapse during a storm killed 43 people and injured dozens. (Photo by Vincenzo PINTO / AFP)

Introduzione

Il crollo del ponte Morandi, avvenuto un anno fa, ha anche creato un forte danno logistico ed economico alla città di Genova. A pagarne dazio le aziende limitrofe al viadotto, altre colpite indirettamente ed il porto.

Ponte Morandi

Fondi governativi

Il Governo ha però stanziato un notevole quantitativo di denaro, tramite la “manovra Genova”. I fondi provengono dal decreto fiscale, dal decreto Genova e dalla legge di bilancio (ovvero le leggi 130, 136 e 145 del 2018). E’ stato dunque approvato un piano triennale da oltre un miliardo, finanziato ad oggi per 450 milioni, mirato al risorgimento e allo sviluppo del porto ligure e delle relative attività logistiche. Le misure della 130/2018, afferma  il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, Paolo Signorini,

«attribuiscono all’Adsp un ruolo centrale sia nella definizione degli interventi infrastrutturali contenuti nel piano straordinario delle opere, sia nell’attuazione delle iniziative funzionali ad alleviare il congestionamento a cui è sottoposto l’intero tessuto urbano dallo scorso 14 agosto e a favorire il trasferimento di parte delle merci dalla strada alla ferrovia».

E per quanto concerne comunicazioni terrene, prosegue Signorini,

«definiscono già nel 2019 le condizioni per la realizzazione di una profonda riorganizzazione del sistema stradale interno al bacino portuale di Sampierdarena, che ancora oggi rappresenta il nodo viabilistico che, da San Benigno a Cornigliano, maggiormente interferisce con il traffico cittadino».

Sono inoltre in preventivo interventi per l’utilizzo della rete ferroviaria Calata Bettolo-Sanità/ parco del Campasso, nonché la progettazione di una nuova diga in Sampierdarena oltre all’ampliamento di Fincantieri (Sestri Ponente)

Ancora, sul porto:

«il traffico container ha chiuso a crescita zero rispetto al 2017, dopo che aveva segnato +5% nei primi sette mesi. Il trend negativo è proseguito nella prima metà del 2019: da gennaio a giugno i container hanno segnato -3% sul 2018. Però in giugno, che è stato il miglior mese di sempre per il porto, è partita la ripresa. E se andasse avanti così potremmo chiudere il 2019 a +2% sul 2018. Vi sono tuttavia alcune incognite. Una su tutte è rappresentata dall’impatto sul porto del cantiere per la demolizione del Morandi e per la ricostruzione del nuovo ponte. Ad esempio, il parco ferroviario del Campasso è completamente zona di cantiere. E l’area gate di Ponente del porto oggi viene utilizzata da Fincantieri per stoccare gli impalcati delle campate del nuovo ponte».

Si tratta di due delle aree su cui l’Adsp aveva in programma lavori che

«subiranno ritardi e impatti perché la precedenza viene data alla costruzione del ponte».

Il punto di vista delle aziende

Leggendo la relazione inviata alla presidenza del consiglio, sono 2.058 le aziende interessate negativamente per un ammontare complessivo di 359,1 milioni di euro.

Per ottenere i rimborsi (articolo 4 del dl 109), occorre che l’azienda abbia subito un decremento del fatturato, tuttavia la maggior parte delle imprese ha segnalato un aumento di costi e oneri aggiuntivi. Solo 400 aziende delle zone rossa e verde accederanno ai 10 milioni di fondi disponibili. Sono perciò molteplici le pecche sulla distribuzione dei contributi, una su tutte il breve periodo considerato dal decreto (dal 14 agosto al 29 settembre 2018) per valutare l’effettivo calo del fatturato, ritenuto troppo esiguo poiché il crollo ha avuto ripercussioni anche a medio–lungo termine. Le imprese indicano inoltre la non considerazione dei maggiori costi aggiuntivi che si sono venuti a creare.

Tuttavia il MISE, il 19 luglio scorso, ha dichiarato le imprese spettanti alle agevolazioni previste per la zona franca urbana .Sono oltre 330, per  le quali sono stanziati 10 milioni nel 2018, 50 nel 2019 e 50 nel 2020. Afferma Maurizio Caviglia, direttore generale della Cciaa

«Abbiamo chiesto al Governo, che ne ha preso atto, una rimodulazione degli interventi ideati a favore delle imprese. A parità di risorse, potrà esserci una diversa proposta dei commissari Toti e Bucci per dare contributi anche alle imprese che finora non ne hanno presi perché hanno subito un incremento dei costi e non un decremento del fatturato. Il bando della zona franca, ad esempio, ha impegnato finora 53 milioni. Ce ne sono circa altrettanti disponibili».

Effetti economici

Gli interventi dalle istituzioni post crollo, dai dati del Centro studi di Confindustria Genova hanno limitato la riduzione dei budget ipotizzate dalle aziende genovesi nel 2018. Nel novembre 2018, la previsione di perdita di valore aggiunto (nella forbice 14 agosto 2018 – 14 agosto 2019) era stata valutata in 232,8 milioni di euro;  per poi calare a 105,2 milioni nel gennaio 2019. Nonostante ciò l’economia genovese ha chiuso nel II semestre 2018 il trend positivo registrato nei tre precedenti.