Copyright, cosa cambia per le piattaforme online
Martedì 26 Marzo, il Parlamento Europeo, dopo essere giunto ad un accordo con Consiglio Europeo e Commissione, ha approvato una nuova versione della direttiva riguardo al diritto d’autore, presentata per la prima volta nel 2016. L’accordo tra gli Stati europei ha come obiettivo principale quello di regolamentare il copyright nel mercato digitale. Da una nota dell’ufficio stampa del Parlamento europeo hanno fatto sapere che “le piattaforme online saranno responsabili dei contenuti che gli utenti caricano“. Infatti, “garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione” è una priorità.
Cosa troverai in questo articolo:
I punti chiave della direttiva
La direttiva approvata questa settimana ha riportato alcune modifiche rispetto alla proposta originale portata in Parlamento nel Settembre 2016. Dei 31 articoli da cui è composta, quelli che maggiormente hanno fatto discutere sono due: gli articoli 15 (che nella proposta originaria era l’articolo 11) e 17 (originariamente l’articolo 13). Da una parte, l’articolo 15 , tutelerebbe gli autori, garantendo loro una maggiore forza contrattuale nei confronti dei colossi, come Google News , Facebook o YouTube. Dall’altra, l’articolo 17 stabilisce come i siti-colossi dell’informazione debbano tutelare il copyright relativo ai contenuti pubblicati sulle proprie piattaforme, attraverso controlli più selettivi riguardo alla pubblicazione dei contenuti.
È importante sottolineare che nel testo modificato della riforma (art. 2) è specificato che “i prestatori di servizi quali le enciclopedie online senza scopo di lucro, […] e i servizi cloud che consentono agli utenti di caricare contenuti per uso personale non sono prestatori di servizi di condivisione di contenuti online ai sensi della presente direttiva.” Pertanto piattaforme come Wikipedia, che tanto si è battuta per questa causa (vedi Wikipedia: offline contro direttiva UE sul copyright), non sarebbero toccate dalla normativa.
Cosa cambia per le grandi piattaforme?
Le aziende dirette interessate del decreto UE sono principalmente due. Da una parte Google Inc. , responsabile dei servizi Google News e YouTube. Dall’altra Facebook Inc., collegata ai social network Facebook e Instagram. Secondo la direttiva, queste piattaforme saranno tenute innanzitutto a firmare accordi con i titolari dei copyright, al fine di garantirsi la distribuzione del materiale. Come riportato dal Parlamento Europeo, infatti, “la direttiva mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet.” E ancora, “autori, artisti, interpreti o esecutori potranno chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.”
Inoltre, alle piattaforme di informazione sarà richiesto di implementare dei filtri di caricamento, per impedire la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore. Di fatti sino ad oggi, chi pubblica un contenuto su YouTube, Google News, o su qualsiasi altra piattaforma, è costretto a controllare da sé la violazione del diritto d’autore nei propri confronti, dunque segnalarla.