La Ferrero è l’azienda, forse, più conosciuta in Italia. Sue sono le merendine e la mitica Nutella che hanno fatto crescere milioni di bambini. Secondo Forbes e le più autorevoli testate, la famiglia Ferrero risulta ancora oggi la più ricca d’Italia, con uno dei patrimoni più forti al mondo.
Nel 2011, Giovanni Ferrero diventa l’unico amministratore delegato della società a causa della morte prematura del fratello Pietro. Entrambi hanno portato avanti il progetto del padre Michele; un’azienda solida che guardasse al futuro senza mai perdere di vista il presente e i propri prodotti. E’ proprio lì che l’azienda italiana ha guadagnato la sua forza competitiva, sullo sviluppo dei propri prodotti e sulla esperienza che rendevano possibile.
Ad oggi, però, le filosofie aziendali mondiali stanno cambiando. Ci troviamo in uno scenario in cui le multinazionali diventano tali grazie alle acquisizioni di start-up e aziende concorrenti, è in questo che cambia la mentalità di attacco del mercato. Se pensiamo ad una azienda che vuole entrare su un mercato adiacente al suo, essa acquisirà know-how e competenze necessarie acquisendo proprio delle piccole e medie aziende e non andando a sviluppare per vie interne i propri prodotti. Questa filosofia del “comprare” senza freni, ha contagiato anche Ferrero e il suo amministratore delegato. Vediamo come.
Dal 2015 la Ferrero ha iniziato la scalata al mercato Americano con l’acquisizione dell’azienda cioccolatiera britannica Thorntons per 145 milioni di euro. Nel 2017 ha comprato le aziende dolciarie americane Fannie May e Ferrara per cifre complessive superiori al miliardo. A Gennaio 201 invece la mega acquisizione dalla rivale Nestlè, la divisione dolciaria americana per 2,4 miliardi. Cifra esorbitante se si pensa che il mercato dolciario ha conosciuto anche la crisi di questi anni. Sarà finita qui?
Ebbene no, con la l’azienda dolciaria italiana che diventa la terza compagnia al mondo più grande in questo settore, superata solo da Mars e Mondelez, si puntano altre aziende e sembra che la “spesa” non sia ancora finita. Dopotutto per una azienda come la Ferrero, detenere in un mercato così grande come quello americano solo il 6% iniziale era davvero irrisorio, per cui la strategia adottata è stata un vero e proprio blitz armato e con la forza hanno spalancato le porte del “sogno americano” della famiglia Ferrero.
Tremate aziende americane, la superpotenza dolciaria italiana sta già in mezzo a voi!