In seguito al crollo di Wall Street del 1929, molti investitori americani persero fiducia nella Borsa, iniziando a considerare quest’ultima un rischioso e costoso gioco di dadi. Tuttavia, Ralph Nelson Elliott (1871-1948), contabile e ingegnere di successo, decise di analizzare i grafici degli andamenti dei prezzi delle azioni nel corso di vari decenni, per cercare di dare un senso a quella catastrofe. E di tempo libero per dedicarsi a questo ne aveva in abbondanza dato che, dopo una grave malattia dell’apparato digerente, era stato costretto a dimettersi dal suo lavoro e a trascorrere molto tempo a letto. Mentre esaminava gli alti e i bassi del mercato, Elliott notò degli schemi ripetitivi a zig-zag che chiamò “onde” e caratterizzò come “impulsive” o “correttive” e che potevano essere usate per fare previsioni sul comportamento del mercato. Elliott maturò la convinzione che le fluttuazioni del mercato non fossero casuali o caotiche, ma riflettessero la fiducia o la mancanza di fiducia degli investitori (onde impulsive) e i meccanismi di mercato che si autosostengono (onde correttive). Secondo Elliott, come “altre cose nell’universo”, anche il mercato si muoveva in cicli prevedibili, secondo uno schema fondamentale di 5 onde nella fase impulsiva o ascendente (contrassegnate in figura da numeri) e 3 onde nella fase correttiva o discendente (contrassegnate da lettere). Ogni onda “maggiore” poteva essere ulteriormente suddivisa in onde “intermedie” e “minori” in modo che un ciclo completo del mercato azionario prevedesse una fase ascendente con 5 onde maggiori, 21 onde intermedie e 89 onde minori seguita da una fase discendente con 3 onde maggiori, 13 onde intermedie e 55 onde minori. Avete notato i numeri che entrano in gioco in tali schemi? 3, 5, 13, 21, 55, 89 sono tutti numeri di Fibonacci. Il fatto di scoprire tali numeri nella sua analisi delle onde dei mercati non sorprese più di tanto Elliott, perché era convinto che “il mercato azionario è una creazione dell’uomo e perciò riflette l’idiosincrasia umana”. Per quanto semplicistico, il principio “ondulatorio” costituisce un tentativo ardito (e un pò ingenuo) di trovare una regolarità nel mondo estremamente irregolare e volatile dei mercati azionari. E comunque, prima che terminiate di leggere questo post con un sorriso ironico stampato sulla faccia, sappiate che Elliott, senza l’ausilio di un computer, riuscì a prevedere il giorno esatto della conclusione di una fase “orso” degli anni 1933-1935.