Il 26 Agosto scorso Floyd Mayweather Jr e Conor McGregor si sono affrontati sul ring della T-Mobile Arena di Las Vegas per un incontro di pugilato, ma non si è trattato di un semplice incontro, bensì dell’evento più seguito nella storia degli sport da combattimento. Da un lato c’era Floyd Mayweather Jr: campione di pugilato con un record di 49 incontri vinti e zero persi; Dall’altro c’era Conor McGregor: campione di arti marziali miste.
Come da pronostico Mayweather ha battuto McGregor, al decimo round per ko tecnico.
Aldilà del risultato sportivo non si è trattato soltanto di un semplice scontro tra due atleti, bensì un confronto tra due filosofie di pensiero, due modi di fare marketing, promozione e sport completamente diversi.
La borsa minima garantita rispettivamente per Mayweather e McGregor partiva da 100 e 30, ovviamente milioni.
Questi erano ovviamente solo gli incassi garantiti per la sola partecipazione al match. A cui vanno aggiunti poi altri, perché con le percentuali del PPV e gli introiti del merchandising, Mayweather è arrivato a circa 350 milioni di dollari, 100 in più del suo record precedente fissato in occasione del match con Manny Pacquiao. Per quanto riguarda McGregor, invece, percentuali e commissioni lo hanno fatto salire fino a circa 100 milioni di dollari.
Non soltanto tv e biglietti, c’è da considerare anche il fattore sponsor. Ai ricavi generati dagli sponsor generali andranno ad aggiungersi quelli degli sponsor personali. In questo Mayweather non ha bisogno di lezioni: il pugile statunitense infatti ha guadagnato 25 milioni di dollari solo da sponsorizzazioni per i suoi vestiti.
La richiesta è stata di circa 15,5 milioni di dollari per sei sezioni diverse sui pantaloncini, fino 1 milione di dollari per la “vestaglia” e 1 milione di dollari per il cappellino indossato per la vittoria, a questi si aggiungono oltre a 5 milioni per un anello sponsorizzato.
McGregor invece è un personaggio che sbarca nel 2013 nel circuito MMA e in quattro anni diventa una leggenda. Diventa uno, secondo il “Time”, dei cento personaggi più influenti al mondo. Diventa uno dei 50 atleti migliori per fare delle promozioni, secondo “Sports Pro”. Per fare questo ha affiancato alle sue capacità combattive la creazione di un personaggio giusto da proiettare sui social. Proprio sui social ha dei numeri pazzeschi. Su Facebook 7,5 milioni, su Instagram 20 milioni, e c’è stato un incremento pazzesco dovuto proprio a questo match! Il personaggio che ha proiettato è un personaggio che prende molto. Forte, super in forma, tatuato, oltraggioso; e proprio per questi motivi sui social trova un canale perfetto. Supportato anche dalle vittorie sportive è diventato un personaggio interessante e un brand ricercatissimo da aziende e sponsor.
Sono state circa 5 milioni le persone ad aver acquistato il PPV, per un ingresso di ricavi televisivi di 495 milioni di dollari. Riguardo coloro che hanno assistito dal vivo, sono 18mila circa le persone che hanno riempito la T-Mobile Arena di Las Vegas, tanti da assicurare altri 100 milioni di dollari. I prezzi dei biglietti oscillavano tra i 3000 e i 100mila dollari, superando la precedente vetta di prezzo medio per tagliando toccata nel match tra Mayweather e Pacquiao (4456 dollari).
Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare alcune considerazioni. Il match è stato una manovra di marketing? Se si organizza un match fra un debuttante, seppur fenomenale artista marziale, e il pugile più forte della nostra generazione e lo si sposorizza come “il match del secolo“, non c’è bisogno di porsi certe domande. Il match fra i due famigerati fighter è per forza una grandissima mossa nel mondo dello showbusiness.
Il match ha fatto clamore a livello planetario perché Floyd e Conor sono i leader sportivi e mediatici delle rispettive discipline. Hanno fatto collidere due mondi distanti per motivi di visibilità e di conseguenza per soldi. Per sponsorizzare l’incontro, e portare quindi quante più persone a pagare per l’incontro, i due atleti hanno sfilato per il mondo come fossero le elezioni presidenziali. Si sono incontrati pubblicamente a Los Angeles, New York, Toronto e Londra. La loro propaganda ha infiammato l’immaginario collettivo, ricorrendo agli elementi tipici del bipolarismo politico. La boxe contro le Mma. L’America contro l’Europa. Il maturo contro il giovane. Il nero contro il bianco.
Floyd e Conor si sono presentati come esponenti principali dei propri partiti. Si tratta delle agenzie promozionali che hanno fondato per guadagnare sia come atleti che come promotori.
I social media, ancor più dei canali tradizionali, hanno accelerato l’hype intorno all’incontro, ovvero l’architettura pubblicitaria pre-gara. Anche qui il bipolarismo è evidente, Mayweather promotion da una parte, McGregor sports and entertainment dall’altra.
Ogni tweet ogni post, qualunque altro tipo di intervento sui social ha aumentato le aspettative del match, facendo aumentare sempre più gli interessati all’evento. Ogni dialogo tra i due è stato studiato nei minimi particolari, ogni insulto ha polarizzato ulteriormente l’audience. Alla fine entrambi hanno promosso il proprio brand personale e quello delle loro aziende partner. Entrambi escono dalla competizione più ricchi di prima dopo essere stati protagonisti di un evento che ha generato 1 Miliardo di dollari.