Costo di avviamento: il prestigio dell’azienda

Costo di avviamento - Startup cost

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A cura di Domenico Pellegrino

Tra i tanti indici che caratterizzano l’andamento di un’azienda durante il bilancio di esercizio, ne esiste uno in particolare che si distacca dagli altri, questo è il “Costo di avviamento”, noto anche come “start-up cost”; ciò che contraddistingue questo indice è che non ha nulla a che fare con gli introiti o la produzione dell’azienda, si riferisce infatti al prestigio che l’azienda ha acquisito nel corso degli anni.

Il Costo di avviamento può anche essere visto come il maggior valore che un’azienda assume rispetto a quello che le verrebbe attribuito basandosi esclusivamente sulla somma delle singole attività e passività, ed è proprio per questo che assume un ruolo molto più importante in mercati dove il nome dell’azienda è di per sé una garanzia di successo. Il graduale aumento del valore di questo indice è attribuibile ad una sempre più ridotta concorrenza che hanno le grandi aziende, per quanto concerne il numero di rivali, basti pensare agli operatori di telefonia mobile o al mercato automobilistico, e mette in evidenza come la pubblicizzazione del marchio e la cura dell’immagine aziendale, tramite investimenti cospicui per valorizzare il marchio, siano elementi essenziali e non trascurabili, almeno quanto il prodotto di per sè.

Una peculiarità di questo indice è anche che non vi si fa riferimento nelle norme che disciplinano l’azienda, anche se la sua importanza emerge durante il bilancio; questa mancata regolarizzazione fa si che la sua valutazione sia a discrezione dell’azienda stessa e di eventuali acquirenti, anche se queste ultime aziende devono sottoporlo ad impairment con frequenza almeno annuale. Esistono due modi di interpretare il significato di avviamento, infatti esso presenta due diverse accezioni:

  1. originario o internamente generato, quando deriva dalla gestione interna e da un uso efficiente delle risorse aziendali; questo tipo di avviamento non può essere capitalizzato, ed iscritto nel bilancio d’esercizio sia perché esso non è definibile in termini di oneri e costi, sia perché esso rappresenta un flusso di utili futuri presunto e non effettivo;
  2. derivato, quando deriva da un processo di acquisizione, di fusione o di una scissione di un’azienda; questo tipo di avviamento è direttamente quantificabile in quanto esplicitamente espresso al momento di acquisizione dell’azienda.

Dal costo di avviamento deriva anche il “tempo di avviamento”, usato per indicare entro quanto tempo l’iniziativa a cui fa riferimento sarà avviata e comincerà a generare profitto; anche quest’ultimo indice è a discrezione dell’azienda, ma va ricordato che previsioni che superano la soglia dell’ottimismo faranno perdere credibilità al business plan e potrebbero causare danni pesanti all’immagine aziendale.